GUERRA, TOTALITARISMI E LOTTA PER LA DEMOCRAZIA:
L'ESPERIENZA DI FORLì NEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE

Percorsi di approfondimento per le scuole

25 APRILE 2021

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Percorso a cura dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Forlì-Cesena

LA SHOAH RACCONTATA AI RAGAZZI: GLI ULTIMI TESTIMONI

(Fonte: Repubblica TV)

1) Gilberto Salmoni

La fuga da casa a Genova e la cattura al confine con la Svizzera per una soffiata. La fame e i lavori forzati “rallentando quando una SS si allontanava”. Il giorno della liberazione, il ritorno sui banchi di scuola, la difficoltà a raccontare. “Per tanti anni non ho voluto parlarne, poi un giorno a Fossoli non la finivo più di piangere”. Gilberto Salmoni, classe 1928, deportato a Buchenwald a 16 anni, risponde alle domande degli studenti e ricorda il campo di concentramento e il rientro in Italia. Con un sguardo sull’oggi più ottimista di tanti suoi coetanei.

2) Andra e Tati Bucci

Andra (Alessandra) e Tatiana Bucci avevano 4 e 6 anni quando vennero deportate ad Auschwitz nell’aprile del ’44. Separate dalla madre e scambiate per gemelle, dovevano essere destinate alle sperimentazioni. Sopravvissero non accettando l’invito a fare un passo avanti quando gli inviati di Mengele chiesero ai bimbi della loro baracca chi voleva ‘andare dalla mamma’. Le sorelline ebbero la forza di dire di no, su suggerimento di una blokova. Il loro cugino Sergio, di 6 anni, non resistette: seguì le SS e non tornò più. Oggi Andra vive a Sacramento, in California, e Tatiana Bruxelles, con le famiglie amorevoli che sono riuscite a costruire. 

3) Edith Bruck /1

Una composizione ancora inedita, un messaggio nella bottiglia per gli adulti, ma soprattutto per genitori e insegnanti. Uscirà per la Nave di Teseo nella raccolta “Tempi”. Ma Edith Bruck ha deciso di leggerla in anteprima per Repubblica. La scrittrice ungherese e romana d’adozione spiega: “Ognuno di noi ha la responsabilità di conservare e tramandare la memoria, non solo noi sopravvissuti ai lager”

4) Edith Bruck /2

La separazione dalla mamma a 12 anni tra i cani che latrano, la fame che impedisce qualsiasi solidarietà, la kapò polacca ebrea che le indica il fumo di un camino e le dice “tua mamma è lì, anzi ormai è sapone come la mia”. E’ un racconto sconvolgente eppure incredibilmente pacifico quello di Edith Bruck, poetessa e scrittrice sopravvissuta ad Auschwitz. “Ci sputavano addosso e ora ricominciano a farlo. I giovani alzano il braccio, inneggiano a Mussolini. Ma è perché non sanno, non hanno capito”

5) Liliana Segre

“Non avrei potuto immaginare neanche con una fantasia diabolica che ci fosse un inferno preparato a tavolino, un programma di morte articolato perfettamente e che provocava in tutte le prigioniere lo ‘stupore per il male altrui’. Da questo stupore non ci si libera neanche quando si diventa vecchi”. Liliana Segre ad Auschwitz ci è finita a 13 anni, oggi ne ha 90, è senatrice a vita e ha deciso di raccontare quell’inferno rispondendo alle domande di giovani tra gli 11 e i 19 anni raccolte su Repubblica@SCUOLA. “si può scegliere” da che parte stare, è la raccomandazione di Segre, “ogni giorno, ogni minuto della propria vita”. 

5) Sami Modiano

A 8 anni è stato espulso da scuola a causa delle leggi razziali. A 14, il giorno del suo compleanno, è stato deportato a Birkenau da Rodi – un mese di viaggio con il padre, la sorella e 50 familiari. Quando arrivarono i russi, il 27 gennaio 1945, era senza famiglia, pesava 25 chili ed era svenuto durante la “marcia della morte” su un mucchio di cadaveri nel campo di Auschwitz. Ci sono ancora molte lacrime e tanta rabbia nel racconto della Shoah di Sami Modiano, 90 anni, oltre 60 trascorsi con l’adorata moglie Selma. Ma anche tanto amore per i giovani: quando nel 2015 per la prima volta si convinse ad accompagnare 300 studenti di Roma, la sua patria adottiva da mezzo secolo, ad Auschwitz-Birkenau, finirono a piangere insieme. “Lì ho capito – spiega – perché Dio mi aveva salvato: per raccontare la verità ai ragazzi. E perché ai ragazzi non succedesse più tutto questo”.