GUERRA, TOTALITARISMI E LOTTA PER LA DEMOCRAZIA:
L'ESPERIENZA DI FORLì NEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE

Percorsi di approfondimento per le scuole

25 APRILE 2021

PER TUTTI: PERCORSI SUDDIVISI PER FASCE D’ETA’

Percorso a cura dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea di Forlì-Cesena

Silver Sirotti

Nasce a Forlì il 2 settembre 1949, in una famiglia dedita al lavoro e di grande tempra morale. Cresce con il fratello Franco, minore di undici anni, e nel tempo libero frequenta occasionalmente i circoli repubblicani della città.
S’iscrive all’Istituto tecnico-industriale di Stato (ITIS), da cui esce diplomato con profitto nel 1968. Poco tempo dopo, perde il padre per un male incurabile e dovendo anche sobbarcarsi il mantenimento della famiglia (la madre casalinga e il fratello all’epoca ancora minorenne), decide di partecipare ad un concorso indetto dalle Ferrovie dello Stato.
Assunto in qualità di addetto al personale viaggiante (controllore), viene assegnato alla copertura delle tratte centro-settentrionali. Il 3 agosto 1974, sarebbe di riposo, ma per uno scambio di favori tra colleghi si ritrova in servizio sull’Espresso-Notte “Italicus”, con partenza da Roma Tiburtina e a destinazione di Monaco di Baviera.
Si tratta di un treno molto lungo e affollato da vacanzieri diretti sulle Alpi e di lavoratori italiani emigrati in Germania. Alla stazione di Firenze, una valigia-bomba viene caricata nella Carrozza n. 5 di Seconda Classe: il suo timer è regolato sulle ore 1h25 di notte, orario di arrivo previsto nella stazione di Bologna (gli attentatori, di ideologia neo-nazista, intendono colpire la città-simbolo delle cosiddette amministrazioni rosse, ovvero guidate democraticamente dal Partito Comunista italiano).
Il treno è però in ritardo e alle 1h25 del 4 agosto 1974 si trova nella parte finale della Grande Galleria Appenninica (quasi 20 km di lunghezza) che collega la Toscana all’Emilia: lo scoppio devasta la carrozza ed innesca un grande incendio. Con grande sangue freddo, il macchinista riesce a far uscire il convoglio dalla Galleria e farlo giungere (in fiamme) sin nella vicina stazione di San Benedetto Val di Sambro (Bologna).
Silver Sirotti non é nella carrozza con la bomba, ma non esita a lanciarsi nel soccorso di chi è rimasto intrappolato: mettendo a servizio il suo fisico possente, riesce a trarre in salvo due ragazzini, ma viene poi sopraffatto dal fumo. Perirà nell’incendio, assieme ad altre 11 persone.
Per l’estremo sacrificio della vita, la Presidenza della Repubblica gli conferisce nel 1975 la medaglia d’oro alla valor civile, con la seguente motivazione: «Controllore in servizio, in occasione del criminale attentato al treno Italicus non esitava a lanciarsi, munito di estintore, nel vagone dov’era avvenuta l’esplosione per soccorrere i passeggeri della vettura in fiamme. Nel nobile tentativo, immolava la giovane vita ai più alti ideali di umana solidarietà. Esempio fulgido di eccezionale sprezzo del pericolo e incondizionato attaccamento al dovere, spinti fino all’estremo sacrificio».
Dell’attentato furono incriminati tre militanti neofascisti toscani che, condannati nel secondo grado di giudizio, furono poi assolti in Cassazione: la strage dell’Italicus, l’ultimo massacro dinamitardo della cosiddetta Strategia della tensione iniziato col i 17 morti di Piazza Fontana a Milano (12 dicembre 1969) è così rimasta fino ad oggi senza colpevoli giudiziariamente accertati.

Percorso di studio e approfondimento